Il training cognitivo ha come obiettivo quello di migliorare specifiche attività cognitive, quali ad esempio memoria, attenzione, linguaggio e funzioni esecutive.
L’allenamento mentale si basa sulla neuroplasticità – o plasticità mentale – ovvero sulla capacità del cervello di cambiare durante il corso degli anni, che sia in positivo o in negativo.
Come ben sappiamo infatti, il cervello non è un organo statico, anzi, ognuno di noi può apprendere sempre qualcosa di nuovo durante la propria vita, indipendentemente dall’età.
Anche in età adulta o avanzata è possibile infatti apprendere nuovi concetti o movimenti, grazie allo studio e alla ripetizione costante per un certo periodo di tempo.
Ovviamente però, i livelli di apprendimento e il tempo impiegato non sono uguali per tutti, essi cambiano non solo in base all’età, ma anche in base al soggetto.
Training cognitivo: quando serve?
Innanzitutto, al di là di specifiche condizioni, il training cognitivo aiuta senza dubbio a mantenere il cervello giovane e in allenamento, contrastando il fisiologico invecchiamento celebrale e sfruttando appieno la plasticità mentale.
Premesso ciò, i principali campanelli d’allarme che possono aiutare a capire quando è necessario ricorrere ad un training cognitivo sono i seguenti:
- difficoltà di concentrazione o distraibilità
- problemi di memoria
- difficoltà nel portare al termine un lavoro
- sonnolenza diurna, stanchezza, disturbi del sonno e mal di testa
- disturbi gastrointestinali
- tensioni muscolari
Queste problematiche non riguardano solo gli adulti, possono infatti interessare anche bambini che soffrono di particolari disturbi.
Vediamo più nello specifico.
Gli esercizi
Gli esercizi di training cognitivo mirano a far comprendere e allenare il soggetto nel compiere alcuni atti mentali specifici durante un compito, abituandosi poi di volta in volta a svolgerli anche nella vita quotidiana.
Tali esercizi favoriscono dunque la creazione di sinapsi e percorsi neuronali e – come detto precedentemente – possono riguardare sia adulti che bambini.
Nel caso in cui, ad esempio, i bambini soffrano di dislessia, discalculia o disortografia, gli esercizi proposti saranno incentrati sulla capacità di controllare in modo volontario la propria attenzione – durante la lettura, scrittura e calcolo – e su tecniche in grado di migliorare linguaggio, vista, percezione e pianificazione.
Per fare ciò, proprio come avviene per un percorso di allenamento, si parte generalmente da esercizi semplici per poi aumentare gradualmente la difficoltà.
Simili a dei giochi, possono consistere – ad esempio – nel ricordare forme, numeri e colori, riconoscere o distinguere suoni, immagini, numeri e lettere. In casi più specifici, si somministrano invece dei programmi di allenamento volti a correggere i disturbi dell’attenzione o dell’apprendimento e, quindi, tutto ciò che concerne la lettura, scrittura e calcolo.
Si tratta di esercizi che devono essere svolti con costanza e impegno per un certo lasso di tempo, il quale verrà stabilito in base al caso.
Al giorno d’oggi esistono diversi centri specializzati in percorsi di training cognitivo, ma è possibile anche allenarsi a casa grazie a schede o libri gratuiti pubblicati online.
Non solo, altri semplici tecniche utili per migliorare autonomamente le capacità cognitive, possono consistere nel cimentarsi nello studio di una lingua straniera, nell’imparare a suonare uno strumento musicale, risolvere cruciverba ed enigmi, cercare nuove esperienze o dedicarsi a nuovi hobby.
Insomma, ricorda che l’allenamento mentale è importante tanto quanto quello fisico. Mantieniti sana e giovane dalla testa a piedi!
Foto di Tara Winstead da Pexels