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Donnafugata, quando il vino è sinonimo di eleganza

La Sicilia rappresenta un territorio che, dal punto di vista enologico, si caratterizza per notevoli potenzialità a livello espressivo. Un valido esempio in tal senso può essere individuato nel nome di Donnafugata, che nel corso del tempo ha sempre saputo valorizzare in modo efficace i propri vigneti collocati in zone geografiche decisamente differenti tra di loro: un modo per proteggere e salvaguardare la propria biodiversità puntando sulle varietà autoctone. Che si tratti di territori in collina o di aree a picco sul mare, senza dimenticare le zone di montagna, la grande eterogeneità delle situazioni climatiche rende unici i calici siciliani.

Donnafugata e Pantelleria

Iniziamo il nostro viaggio nel mondo di Donnafugata da Pantelleria, e in particolare da Lighea Zibibbo Sicilia Doc 2022: un vino in cui si avvertono note di agrumi, albicocche e frutta tropicale, mescolate a effluvi floreali a dir poco accattivante, capaci di far da prologo a un sorso che è al tempo stesso aromatico e morbido, con una cornice di sapidità e di freschezza, grazie anche a una gradevole percezione iodata. Le viti vengono coltivate ad alberello pantesco, e quel che ne scaturisce è uno Zibibbo in purezza, lasciato ad affinare in bottiglia per tre mesi prima di venire messo in vendita.

Un passito figlio del vento

Ben Ryé Passito di Pantelleria Doc 2020, invece, è un passito che all’assaggio mantiene tutte le aspettative e ha la capacità di offrire un sorso sferico e molto ricco, davvero avvolgente, il cui finale sembra estendersi all’infinito grazie a note sapide molto gradevoli che valorizzano i rimandi di erbe aromatiche. Un vino figlio del vento, che vanta una fama più che meritata, realizzato a partire da una selezione di Zibibbo che giunge da ben 11 contrade siciliane differenti. Il suo punto di forza? Senza alcun dubbio il compromesso ideale fra la freschezza e la dolcezza.

Nuance minerali con Vigna di Gabri Sicilia Doc Bianco 2021

Proseguendo la nostra esplorazione della tradizione enologica siciliana correlata a Donnafugata, non si può non citare Vigna di Gabri Sicilia Doc Bianco 2021, che al naso richiama sorprendenti sensazioni di frutta esotica ed erbe aromatiche, senza trascurare cenni agrumati che vengono impreziositi da nuance minerali. Ansonica, insieme con Viognier, Sauvignon Blanc, Chardonnay e Lucido, è protagonista di un bianco fresco e che all’assaggio si dimostra alquanto sapido. Lasciato ad affinare in bottiglia per tre mesi, appare molto persistente ed esaltato da ritorni di pietra focaia: insomma, un vero e proprio fuoriclasse da non lasciarsi scappare.

Passiperduti Sicilia Doc Grillo 2022

Le note iodate e le percezioni di fiori bianchi sono i tratti peculiari di Passiperduti Sicilia Doc Grillo 2022, un vino che, come altri già menzionati in precedenza, viene lasciato affinare in bottiglia per non meno di tre mesi. Un Grillo in purezza che si manifesta tra salvia ed effluvi agrumati, per una verve minerale che il naso coglie con facilità. La fase di assaggio, poi, mette in evidenza una struttura glicerica più che buona, con una percezione sapida che non si dimentica, anche perché fresca e vivace. Nel finale, poi, la persistenza è eccellente, anche grazie ai richiami di erbe aromatiche.

Un rosso affinato per oltre un anno: Mille e una Notte

L’etichetta del Mille e una Notte è quella che, con tutta probabilità, ha fatto sì che per la prima volta il Nero d’Avola venisse non solo conosciuto ma anche apprezzato a livello internazionale. Un simbolo della Sicilia, insomma, ma al tempo stesso una sorta di icona aziendale. Questo rosso viene realizzato attraverso un saldo di Syrah, Petit Verdot e altre uve. Le sensazioni evocate al naso sono di macchia mediterranea, liquirizia, china e piccoli frutti scuri, per sensazioni olfattive che nel complesso sono di assoluta finezza e pulizia, esaltate dagli accenni di erbe aromatiche. Il Mille e una Notte Sicilia Doc Rosso 2019, in particolare, si contraddistingue per la sua armonia e per la sua eleganza, figlie anche di una freschezza minerale molto incisiva, abbinata a una tessitura tannica sofisticata e a una grande morbidezza. Il vino, dopo essere stato lasciato in barrique di rovere francese per 13 o 14 mesi, affina per altri 24 mesi – se non addirittura di più – in bottiglia.