Il binge watching è una pratica sempre più diffusa sia tra gli adolescenti che tra gli adulti, soprattutto a causa del successo e del dilagarsi della piattaforma Netflix e – più in generale – dello streaming on demand.
Il termine inglese è un neologismo che deriva dalla parola “binge” – che in inglese significa, per l’appunto, abbuffata – e “”watching”, ossia visione.
Nel mondo ci sono milioni e milioni di persone che praticano binge watching, infatti, si tratta di un’attività già presente intorno agli anni ’40 – quando le emittenti mandavano in onda le prime maratone televisive – e che si è poi rafforzata e diffusa sempre più negli anni.
Ma, fondamentalmente, cos’è il binge watching?
Questa pratica consiste nel vedere consecutivamente e per diverse ore – senza sosta – diversi episodi di una serie tv. Una vera e propria maratona televisiva dove gli utenti sono fissi su di uno schermo per troppo tempo, cosa che diventa pericolosa sia per la salute mentale che quella fisica.
Ciò che quanto appena descritto ha veramente cambiato, non è tanto il modo di usufruire di una serie tv, ma il come vengono costruite le puntate e come vengono distribuite.
Per far sì infatti che il telespettatore non si stacchi mai dal televisore, la serie tv è oggi costruita come se fosse un film che dura 10-15 ore, suddiviso in più puntate.
Grazie poi al cliffhanger finale – ossia ad un’interruzione brusca data dal colpo di scena – l’utente ha sempre voglia di vedere la puntata successiva.
Come se non bastasse, tutte le puntate di una stagione vengono rilasciate nello stesso momento, senza rispettare la cadenza settimanale tipica dei palinsesti televisivi.
Binge Watching: uno sguardo da vicino
Dopo aver capito dunque cosa si intende con questo termine di derivazione inglese, vediamo ora più nel dettaglio quali sono i sintomi e come fare per riconoscerli.
Oltre ovviamente a sottrarre direttamente tempo al sonno, questa maratona di puntate alza anche la soglia di allerta cognitiva, abbassando nel 98% dei casi la qualità del riposo e costringendo la maggior parte di “binge watcher” a problemi di insonnia o sonno non ristoratore.
Sintomi
Secondo i ricercatori, l’ abuso di serie tv ha implicazioni dannose per il funzionamento psico-fisico dell’individuo.
Avendo sempre più il desiderio e il bisogno di guardare le puntate successive, la persona infatti tende a trascurare altri ambiti della propria vita, come le relazioni sociali o l’attività fisica, arrivando a far perdere anche la cognizione del tempo.
In questo modo, la visione di serie tv passa dall’essere un passatempo ad essere un comportamento di dipendenza che, come tutte le dipendenze, diventano deleterie per la persona.
Secondo poi alcune ricerche mediche, condurre una vita troppo sedentaria – data appunto dallo stare per molte ore seduti davanti ad uno schermo – aumenta le probabilità di un infarto.
Non solo, stare un tempo eccessivo davanti ad uno schermo, disidrata e irretisce gli occhi.
Sono stati anche associati sintomi depressivi in quella che viene comunemente chiamata “post-binge watching blues”: la depressione di fine serie. Di cosa si tratta?
Una volta conclusa l’ultima stagione della propria serie tv preferita, l’utente sperimenta cioè un forte senso di vuoto e di abbandono da qualcosa da cui ha avuto compagnia per lunghi giorni, sentendosi triste e irrequieto.
Come riconoscerli
Di fronte a un comportamento di questo tipo, è importante per i familiari prestare molta attenzione ad alcuni aspetti per capire se è necessario intervenire o eventualmente rivolgersi a un professionista:
- Tempo dedicato: la persona passa la maggior parte delle ore del giorno a guardare serie tv o davanti ad uno schermo;
- Esclusività: l’unico interesse della persona si concentra sulla visione della serie tv e qualunque altra attività è percepita come un’invasione o un ostacolo alla soddisfazione del bisogno;
- Incidenza sulla relazionalità: la visione della serie tv viene vissuta in solitudine o come alternativa a momenti di relazione con familiari o amici, con conseguente progressiva rinuncia alle relazioni sociali e, in casi estremi, ad attività quotidiane lavorative o scolastiche.
Inoltre, è fondamentale comprendere anche quali fattori inducano la persona a dedicarsi a questa pratica. Quando magari il tempo dedicato è estremamente elevato e trascorso in solitudine, potrebbe esserci un tentativo di trovare in essa un rifugio, oppure esprimere una fuga da una realtà difficile.
Binge watching: pareri contrastanti
Il binge watching comporta commenti sia positivi che negativi.
A tal proposito infatti, ci sono alcune persone che rifiutano l’uso del termine binge – dal taglio negativo – preferendo per tale attività la parola “maratona” ed esaltando, se esercitata con moderazione, lati positivi quali: l’ottenere una visuale più ampia dell’opera ed essere in grado di cogliere risvolti più complicati delle trame, oltre che piccole sfaccettature.
Molti altri critici – invece – hanno espresso giudizi nettamente negativi, sottolineando come tale abitudine possa portare piuttosto ad avere una visione più superficiale della storia – priva di un’attenzione a dettagli ed intrecci secondari – di come si perda il piacere di gustarsi l’attesa per un nuovo capitolo o per la risoluzione di un cliffhanger, e di come – infine – possa eliminare o ridurre le opportunità di commento e confronto con gli altri.
E tu? Da che parte stai?
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