I piedi sono importanti per muoversi e reggersi, ma la funzione di ogni componente resta ancora sconosciuta a molti. Conosciamo meglio l’anatomia del piede!
Camminare e mantenere l’equilibrio sono azioni troppo semplici da destare domande, eppure quei movimenti nascondono una struttura davvero complessa.
La verità è che molte persone ignorano l’anatomia del piede – le ossa del piede – trascurando quindi come si compone un piede e perché può provocare problemi e disturbi, come per esempio le infiammazioni dei piedi.
Tipi di piedi
Non tutti i piedi sono uguali e le loro caratteristiche li distinguono in piede egizio, piede greco, piede romano, piede celtico, piede germanico o piede sardo.
A definire la forma del piede è la conformazione, la lunghezza delle dita e il modo in cui le dita si rapportano tra loro.
Per esempio, il piede greco ha un secondo dito del piede più lungo dell’alluce, mentre il piede egizio ha una forma stretta e affusolata con l’alluce più lungo e le altre dita di grandezza via via minore.
Il piede romano presenta pianta quadrata e dita dritte e proporzionate (le prime tre dite hanno la stessa lunghezza); il piede celtico ha l’alluce e il trillice della stessa lunghezza e il secondo dito più lungo; il piede germanico ha un primo dito più lungo di tutte le altre dita.
Infine, si può parlare di piede sardo quando la pianta non è molto quadrata, le prime due dita del piede hanno la stessa lunghezza e le altre dita sono più piccole (grandezza decrescente).
L’anatomia piede
C’è chi utilizza la forma dei piedi per capire il carattere di una persona e chi la sfrutta come arma di seduzione. Tuttavia, spesso non si fa caso alle differenze strutturali che l’anatomia del piede comporta.
La struttura composta da tarso, metatarso e falangi nasconde una combinazione complessa di ossa, articolazioni, legamenti, tendini e muscoli. Come si chiamano le varie parti del piede?
A grandi linee, è bene sapere che la parte sottostante alla caviglia è il tarso ed è composto da vari elementi: calcagno, talo, navicolare, cuboide e ossa cuneiformi.
Il metatarso, invece, si compone di 5 metatarsi, ognuno con una regione basale, una regione centrale e una regione distale. È la parte contigua alle componenti del tarso.
Infine, le falangi sono quegli elementi che compongono le dita dei piedi e, a loro volta, sono costituite da ben 14 parti.
Più in particolare, guardando il piede da un punto di vista scheletrico, si può distinguere il retropiede, il mesopiede e l’avampiede.
Nel retropiede si riconosce il calcagno in cui si inserisce il tendine d’Achille e si trova l’astragalo; nel mesopiede ci sono lo scafoide, le tre ossa cuneiformi e il cuboide; nell’avampiede c’è la parte anteriore, dal collo alle dita (ossa metatarsali e quindi le falangi).
Dal punto di vista muscolare, invece, si possono distinguere i muscoli estrinseci che nascono dalla gamba e si inseriscono nel piede, e i muscoli intriseci che nascono e si inseriscono nella struttura del piede.
Le parti dell’anatomia della pianta del piede (ma anche del dorso) sono particolarmente vascolarizzate e vantano una grande quantità di recettori, sia a livello cutaneo che a livello articolare e tendineo.
La funzione del piede
Il piede è una parte del corpo importantissima perché deputata al sostegno del corpo e all’attività di deambulazione. Tutto è possibile grazie alla perfetta combinazione di ossa, muscoli e articolazioni.
In pratica, anche le parti del piede più piccole, come le falangi, si rivelano indispensabili per mantenere l’equilibrio e camminare.
Per esempio, i muscoli intrinseci lavorano alla stabilizzazione degli archi del piede, mentre i muscoli estrinseci svolgono la funzione di muovere il piede in inversione, eversione, flessione plantare e dorsale.
Ogni componente lavora sinergicamente per permettere un movimento su un piano e un adeguamento degli altri su altri due piani. In questo modo, assicura l’adattabilità del piede ai diversi tipi di suolo.
In tal senso, il movimento di supinazione si associa all’adduzione, all’inversione (torsione a sinistra) e alla flessione della pianta, mentre il movimento di pronazione si accompagna ad abduzione, eversione (torsione a destra) e flessione plantare.
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